Ruoli Moderni
Originalmente pubblicato nel novembre 2019
“Il centravanti è lo spazio” è la frase che segnala il cambiamento radicale nella carriera di Messi e, forse, anche in quella di Guardiola. “Creo-spazio-attacco-lo-spazio” è il principio che muove i migliori allenatori del calcio moderno, un’ossessione per alcuni, una via per nobilitare il talento a disposizione per i vari Klopp, Guardiola, Sarri, Conte. Sanno di disporre di ottimo materiale tecnico ed umano, non possono perdonarsi di non fornir loro i migliori strumenti per eccellere.
Lo spazio diventa quindi una ricerca continua che si esaurisce per qualche attimo soltanto quando il pallone finisce in rete e che nel pre e nel post modella le posizioni in campo dei singoli interpreti, ridefinendone i limiti territoriali e rendendoli protagonisti di una fluidità senza fine.
È allora ancora possibile trovare una chiara definizione di ruolo?
Abbiamo provato a farlo utilizzando i grafici ternari (o ternary charts) e le statistiche della scorsa stagione dei giocatori dei 5 principali campionati europei.
Come interpretare i grafici ternari
I grafici ternari (protagonisti anche di questo pezzo di Dario Saltari e Erdi Myftaraga per “L’Ultimo Uomo”) permettono di valutare e comparare su un piano delle entità (qui i singoli calciatori) rispetto a tre differenti variabili, utilizzando altri parametri come colori e proporzioni per evidenziare altri aspetti, in questo caso cluster di appartenenza e valore generale.
Il raggruppamento di ogni singolo giocatore parte dalla definizione di macroruoli (5) che ci aiuteranno a definire la distanza rispetto al valore medio di ogni giocatore: difensore centrale, terzino (in difese a 4, a 3 e a 5), centrocampista (metodista e mezzala), rifinitore (centrocampista avanzato ed esterno offensivo) ed attaccante (prima o seconda punta, attaccante esterno).
Il set di caratteristiche viene quindi individuato attraverso tre diversi rating calcolati in maniera relativa rispetto ai valori dei colleghi di ruolo:
- Rating difensivo: definito utilizzando duelli difensivi vinti, azioni difensive riuscite e palloni intercettati, tutti normalizzati per minuti di possesso avversario;
- Rating in fase di costruzione: passaggi riusciti, passaggi riusciti nella trequarti avversaria, passaggi smarcanti riusciti e passaggi verso l’area riusciti;
- Rating in fase di finalizzazione: finalizzazione in termini realizzativi (gol), ma anche capacità di creare superiorità numerica (dribbling riusciti) ed effettiva pericolosità nel mettere il compagno nelle condizioni adatte a finalizzare (expected assist).
La media tra i 3 diversi rating dà il valore assoluto utilizzato nella definizione della dimensione di ogni cerchio mentre la rilevanza di un rating rispetto ad un altro ne definisce la posizione all’interno del grafico. I giocatori con un preponderante set di caratteristiche difensive saranno evidenziati dal colore viola e sono più prossimi al vertice difensivo, quelli maggiormente abili in costruzione avranno un colore bianco e tenderanno al vertice alto del triangolo, quelli con attitudini più offensive finiranno invece vicini al vertice in basso a sinistra e saranno contraddistinti dal colore verde.

Il grafico qui sopra mostra tutti i giocatori di movimento dei 5 campionati europei con almeno 1000' in campo nella passata stagione. Più vicino il cerchio ad un estremo e maggiore sarà la propensione di quel set di caratteristiche per quel giocatore rispetto agli appartenenti al suo macroruolo.
I colori ci aiutano ad evidenziare il set che contraddistingue ogni giocatore, ma quello che cerchiamo, in questo grafico, è la segmentazione all’interno di ogni macroruolo, l’interpretazione più che l’associazione ad uno specifico gruppo. È quando ci spingiamo nel dettaglio del macroruolo che possiamo utilizzare colori e posizione per cogliere a pieno le sfumature di ogni singolo interprete.
Centrali Difensivi (centre-backs)

Iniziamo quindi mappando i difensori centrali, la cui interpretazione del ruolo dipende sì da caratteristiche individuali ma anche dai principi di gioco della squadra di appartenenza. In questo caso, nella nostra ternary chart sono i principi del City di Guardiola che emergono prepotenti, con 4/4 dei centrali skyblues che presentano caratteristiche più accentuate verso l’impostazione del gioco e con Otamendi sopra media anche per valori nel rating difensivo e per questo più vicino al lato del triangolo che collega difesa e costruzione. Tra i cerchi bianchi spuntano anche David Luiz e Bonucci, la cui posizione nel grafico evidenzia come le caratteristiche di costruzione siano più accentuate di quelle difensive rispetto ai centrali del City.
L’efficacia senza palla di giocatori come Acerbi, Izzo e Palomino fa sì che la loro posizione sia più prossima all’estremo difensivo, nello stesso gruppo di un Koulibaly che è tuttavia molto vicino alla zona ideale del difensore moderno, a cavallo tra spiccate abilità difensive e capacità tecniche palla al piede superiori alla media. Nel grafico abbiamo voluto evidenziare anche Mancini, uno dei migliori difensori in Europa in termini realizzativi ma il cui ottimo rendimento difensivo evidenziato dall’ancor più alto rating difensivo lo porta ad occupare una posizione intermedia tra la zona verde e quella viola.
Esterni bassi (full-backs & wing-backs)
Il ruolo di esterno basso è quello che più di tutti ha vissuto una rivoluzione in questo ultimo decennio. La possibilità di utilizzare un terzino dalle caratteristiche tecniche sopra media ha offerto un’alternativa in fase di regia, portando ad un conseguirsi di innovazioni tattiche che lo hanno visto come protagonista e dando il là ad una serie di interpretazioni in parte dettate dalle caratteristiche del singolo, ed in parte figlie dei principi di gioco del club di appartenza.
Dal grafico ternario emergono quindi i tre stili interpretativi che caratterizzano gli esterni bassi di questa generazione. Terzini meno propensi alla fase di costruzione come Calabria e Azpilicueta, o altri che si sono contraddistinti per statistiche difensive superiori alla media di ruolo come Gosens (51% di duelli difensivi vinti in più rispetto ad Hateboer nello scorso campionato) e Milenkovic (quest’ ultimo impiegato anche da centrale), trovano collocazione nella zona del triangolo più vicina all’estremo difensivo, altri come Lazzari, Hateboer, Tello, Kostic e Kolarov, si collocano invece nel gruppo prossimo al vertice della finalizzazione. Una posizione dettata in gran parte dal contributo realizzativo e di assist portato alle proprie squadre nella passata stagione: tutti e cinque hanno terminato lo scorso campionato con almeno 8 tra gol ed assist (15 per Kostic, 5 gol e 10 assist).

Il gruppetto più in alto, quello dei terzini-registi evidenzia invece nomi che hanno dato largo o che stanno ancora dettando la rivoluzione del ruolo. Molti di loro hanno in comune passato o presente sotto la guida di Guardiola. Da Dani Alves — protagonista del principio di questa rivoluzione — a Cancelo, fino a giocatori che prima di incontrare Pep occupavano il ruolo di centrocampista e che oggi risultano invece come due dei terzini più influenti in fase di costruzione del panorama calcistico mondiale: Kimmich e Zinchenko (quest’ultimo ancora impiegato a centrocampo o addirittura da trequartista nella nazionale ucraina).
Centrocampisti (defensive midfielder & central midfielder)
Il ruolo di centrocampista, nel calcio contemporaneo, è il più nebuloso, quello che dipende maggiormente dalla interpretazione del singolo e dal ruolo affidatogli nel contesto di squadra. Nella definizione dei macroruoli ci siamo attenuti ai numeri del campo, inserendo in questa categoria i giocatori che hanno ricoperto per la maggior parte dei minuti giocati il ruolo di regista, metodista o mezzala, lasciando poi il compito al grafico ternario per individuarne le diverse interpretazioni.

Che cos’hanno in comune Rakitic, Verratti e Kroos? La centralità nella fase di costruzione della propria squadra. Rakitic è stato il giocatore col maggior numero di passaggi riusciti nella Liga 18/19 (terzo Kroos), Verratti si è preso il primo posto in Ligue 1 per la medesima statistica. Numeri non lontani da quelli di Busquets che però registra un rating in costruzione inferiore a quello in fase difensiva. Il cervello del Barcellona ha infatti terminato la scorsa Liga come il quinto centrocampista per azioni difensive riuscite ed il secondo migliore per palloni intercettati per 30' di possesso avversario (8.75), soltanto Casemiro meglio di lui (9,53).
Rifinitori (left/right wing & advanced midfielder)
Nella categoria di rifinitori rientrano coloro che hanno impiegato per maggior parte della loro stagione un ruolo sulla trequarti campo, alle spalle degli attaccanti.
I numeri in fase di regia offensiva raggruppano nel cluster più vicino all’apice della costruzione “10” puri come Ozil e James, ed interpreti più dinamici come Gomez, Zielinski e Ramsey, abili nel cercare lo spazio su tutta la linea della trequarti. L’efficacia nei pressi dell’area avversaria accomuna invece ali molto offensive come Pépé, Coman e Sancho ad un Orsolini che ha chiuso la scorsa Serie A con una media gol pari a 0.34 p90'. Numeri che aggiunti alle ottime statistiche in fase di non possesso collocano l’esterno del Bologna nella fascia centrale che collega i rifinitori dalle caratteristiche prevalentemente offensive a quelli che hanno concluso la passata stagione tra i migliori del ruolo per efficacia in fase difensiva (vedi un Thomas Muller miglior rifinitore della Bundesliga 18/19 per palloni intercettati per 30' di possesso avversario).

Attaccanti (left/right wing forward & centre forward)
Il raggruppamento delle diverse sfumature di attaccante permette di districarsi all’interno di interpretazioni che vanno oltre alla collocazione in campo. La stagione 2018/2019 è stata quella in cui la vincitrice di Champions League ha avuto come numero 9 quello che ormai, di fatto, è un rifinitore, e come esterni offensivi due finalizzatori.
Anche in questo caso, la ternary non tradisce. Firmino va a fare compagnia a Griezmann nella zona del grafico dove abilità realizzative e di costruzione vanno quasi a confondersi, Salah e Manè occupano invece posizioni più vicine a quelle di Ronaldo, Mbappè e Alcacer — la cui media di 1.26 gol a partita lo mette in una posizione prossima all’apice realizzativo del triangolo — rispetto a quelle dei vari Insigne, Neymar o dello stesso Firmino.
I 36 gol nella passata Liga non sono invece bastati a Messi per fare compagnia ai bomber d’Europa. Il rating in fase di finalizzazione dell’argentino è infatti risultato inferiore a quello in fase di costruzione, quest’ultimo portato all’iperbole dai 2.6 passaggi smarcanti (1° in Europa) e 6.2 passaggi in area di rigore (1° in Europa), in media, per 90'.

Se per difensori o centrocampisti il prevalere di attitudini difensive non significa necessariamente una mancanza negli altri due aspetti del gioco, nel caso degli attaccanti, un rating difensivo superiore a quello in fase di costruzione o finalizzazione è il risultato della combinazione tra efficacia in fase di non possesso e numeri inferiori a quelli dei colleghi pariruolo nei pressi dell’area avversaria. È il caso di Lasagna e Santander ma anche di Pussetto o Kouamè, giocatori dal rendimento sotto media dal punto di vista realizzativo e il cui alto contributo in fase difensiva (Pussetto miglior attaccante della scorsa Serie A per azioni difensive riuscite, Kouamè primo per percentuale di duelli difensivi vinti) li porta ad occupare una posizione lontana da quelle di Lewandowski o Zapata, Firmino o Griezmann.
Quanto vale il ruolo dell’allenatore nell’interpretazione del ruolo??
L’analisi diventa ancora più interessante quando i grafici ternari vengono utilizzati per confrontare le tematiche principali per squadra e per cercare di capire quale sia l’impatto dell’allenatore nel dettare un tono collettivo, una predisposizione generale che porta i giocatori di ogni ruolo a tendere maggiormente verso un set di caratteristiche rispetto ad un altro.
Per il nostro test abbiamo utilizzato due club iconici per distinguibilità nell’attenggiamento nelle due fasi di gioco e forti rappresentanti del credo dei propri allenatori: il Manchester City da una parte e l’Atletico Madrid dall’altra. I Colchoneros sono ormai un brand associato a compatezza, solidità e aggressività, una squadra organizzata, tra le migliori al mondo in fase di non possesso con spiccate abilità difensive. I Cityzens fanno sfoggio del gioco posizionale in continua evoluzione di Guardiola. Una rosa costruita attorno a difensori (e portieri) con abilità tecniche da registi e centrocampisti maestri nel creare pericolosità nei mezzi spazi ed in mezzo alle linee avversarie.

Le ternary charts evidenziano le caratteristiche distintive delle due squadre, quasi opposte. Lo spirito dell’Atletico è messo in risalto dal forte numero di giocatori con spiccate attitudini difensive, attaccanti compresi, con Griezmann giocatore centrale sia in fase di costruzione che in termini offensivi (posizione nel grafico a ridosso della zona occupata dai giocatori più efficaci in fase realizzativa). Il City si mostra invece come il perfetto opposto. Fernandinho unico skyblues con caratteristiche prettamente difensive, tutti e quattro i centrali difensivi molto vicini all’apice del triangolo referente alle caratteristiche di costruzione e i finalizzatori come Aguero, Gabriel Jesus e Sterling ad occupare la zona bassa a sinistra.

Le posizioni anomale di Mahrez, Sanè ed Hernandez portano alla luce uno dei maggiori punti di futura evoluzione e miglioramento del modello. Il raggruppamento di Hernandez è legato a statistiche in fase di finalizzazione migliori rispetto a quelle medie dei centrali d’Europa e che generano un rating leggermente superiore a quello difensivo. L’opposto vale per Mahrez e Sanè, il cui rating finalizzativo è molto elevato ma i cui numeri in fase di non possesso li portano ad essere tra i migliori di ruolo anche in ambito difensivo, generando un rating leggermente superiore.
È quindi appropriato valutare le caratteristiche dei singoli partendo dal macroruolo di appartenenza o è forse meglio valutarli all’interno dell’intero panorama calcistico europeo?
Spunti futuri
Un lettore scettico, poco interessato al ruolo di statiche e data visualizations potrebbe segnalare come i grafico ternari non rivelino nulla di nuovo relativamente alle interpretazione dei ruoli nel calcio contemporaneo. Quel lettore non sarebbe però arrivato a questo punto di un articolo sulle ternary chart applicate al mondo del calcio e non potrebbe quindi apprezzare come i numeri e i grafici ternari mappino in maniera fedele alla realtà quello che altrimenti sarebbe soltanto figlio delle sensazioni del campo. La nostra curiosità nasce dall’obiettivo di trovare una catalogazione replicabile e sostenibile nell’individuazione delle diverse intepretazioni dei ruoli, tenendo in considerazione caratteristiche individuali ma utilizzando i grafici ternari anche per rappresentare in maniera visiva le diversità tra giocatori, squadre e cluster definiti in base alle statistiche del campo.
I limiti di questa prima analisi sono diversi e di conseguenza le domande che dobbiamo porci per migliorarne solidità ed accuratezza in futuro. Che peso ha il campionato di appartenenza sull’interpretazione del singolo? Abbiamo considerato le statistiche più adeguate alla valutazione dei tre diversi rating? Esistono statistiche che meritano l’assegnazione di un peso maggiore nel computo dei rating? È appropriato definire le caratteristiche in base al macroruolo di appartenenza o è meglio analizzare il singolo a prescindere dalla posizione in campo.
Nella definizione di rating e macroruoli ci siamo mantenuti fedeli a posizioni principali occupate in campo e relativo minutaggio. Le sfumature tra la definizione di Gomez come rifinitore e Ilicic seconda punta sono labili e facilmente confondibili, ma il prinicipio seguito dalla definizione dei parametri iniziali alla stesura finale dell’analisi è sempre stato consistente. L’utilizzo delle statistiche relative alla passata stagione ci ha permesso di contare su un campione ampio ma incluso in un orizzonte temporale piuttosto limitato, condizione necessaria per targetizzare in maniera adeguata il profilo tecnico di ogni singolo giocatore.
L’analisi complessiva suggerisce come le ternary charts definite in base ai tre diversi rating rappresentino un modello affinabile, migliorabile ma sostenibile ed efficace nel raggruppare giocatori con set di caratteristiche simili. L’iniziale intento specifico dell’analisi si è poi aperto ad un’evoluzione legata allo studio del cambiamento delle caratteristiche dei giocatori nel tempo e all’impatto degli allenatori sull’interpretazione del ruolo dai parte di ogni singolo calciatore.
Come cambieranno le posizioni nel grafico dei giocatori della Juve nel passaggio da Allegri a Sarri? Quali saranno le predisposizioni più evidenti nell’Inter di Conte?
A fine girone di andata sarà di nuovo tempo di utilizzare le ternary charts per trovare risposte a quelle, e ad altre domande che l’occhio del campo, nel frattempo, avrà sicuramente suggerito.
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