Pausa: vulnerabilità nuove, terzini sinistri e primati al contrario

Una critica comune mossa a gente che, come me, utilizza i dati, è che ti aiutano a capire cos'è successo, ma non sanno indicarti cosa succederà.
Fa parte di quelle frasi-sentenze che viene accolta bene se sei già di quell'idea o che risulta difficile da contrastare per quanto incompleta: quali dati? Come vengono utilizzati? Per predire cosa?
Insomma, finisce nello stesso cestino della costruzione dal basso o delle mezze verità che rischiano di banalizzare un concetto complesso.
Che poi, è come dire che analizzare un avversario non serve perché non puoi sapere quello che andrà a fare.
Ok, sei giornate di campionato non sono abbastanza per trovare nei dati qualche verità, ma segnali che tracciano la via, sì.
Siamo nella fase della stagione in cui le squadre cercano ancora di capire chi sono. Le identità si stanno facendo notare, ma sono in quella fase da quadro attaccato al muro con un gancio biadesivo. Per stare su sta su, ma non sai bene per quanto.
Succede a tutte le squadre, anche a quelle che, in teoria, dovrebbero avere qualche certezza in più.