Pausa: Questo Barça Non Aspetta

Quando un allenatore ti parla di eventi, sta pensando a quelli degli altri. A come limitarli, ridurli al nulla: non più di una palla sbucciata, un tiro da fuori, un piazzato che porta a una capocciata mezza pericolosa, ma non proprio pulita.
Controllare gli eventi è diventata un'abitudine nel calcio di oggi. C'è chi ci prova con la palla, risalendo il campo in maniera paziente, o non risalendo proprio finché lo spazio da attaccare non ne giustifica il rischio.
Ci sono poi quelli che non possono controllare gli eventi. Che si trovano ad affrontare squadre più forti, profonde, fluide, talentuose e allora cosa vuoi che controllino, al massimo possono frustrare quei talenti, testarne la pazienza e creare situazioni che possano fargli perdere o il pallone o il senno, prima o poi.
E poi c'è questo Clasico di ottobre.
Se potessimo mettere su una bilancia il peso di una sconfitta in un big match europeo, Real Madrid - Barcellona avrebbe probabilmente qualche chilo in più degli altri. Concentrarsi sulla gestione degli eventi sarebbe stato comprensibile, in un contesto come questo.
E invece Flick e Ancelotti avevano piani diversi.
Flick ha convinto tutti che Valladolid, Young Boys e Siviglia fossero le prede ideali per testare la sua trappola. E che poi contro Bayern e Real le cose sarebbero cambiate.
E invece niente.
Pazzo, genio, fortunato, chiamalo come vuoi, ma l'approccio del Barça ha portato il Real a fare una partita diversa da quella che, oggi, sembra poter gestire.
In che modo?