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Pausa: come valutare l'era Pioli al Milan

Cosa ci dicono i dati del suo ciclo in rossonero
Pausa: come valutare l'era Pioli al Milan

Prestazioni vs previsioni (di giornata)

L'indice di rendimento indica la differenza tra la percentuale di vittoria pre-match (basata sul modello Elo di Opta) e quella post-match (basata sul modello xG di Opta)

Ti sei perso l'introduzione all'indice di rendimento? Niente paura. Trovi tutto qui.

Come valutare l'era Pioli al Milan

L’idea che l’allenatore sia un uomo solo non mi è mai piaciuta. Per carità, non è troppo lontana dalla verità, ma le manca un pezzo per essere completa: l’allenatore è un uomo solo quando le cose non vanno bene.

Messa giù così torna utile anche per descrivere il ciclo di Pioli in rossonero.

Il Milan gli ha regalato l’estate più bella della sua vita. Lo ha fatto sentire amato come mai in carriera. Lui che viveva di bocconi di tranquillità inseriti tra un mezzo successo e l’altro. Mai troppo male per uscire dal giro, ma nemmeno così bene da trovare casa un po’ più a lungo.

In questa lunga fine, Pioli viene raccontato con scherno. Sembra quasi che i pezzetti di grande squadra che ha messo insieme nel tempo siano crollati sotto il peso di una visione troppo ambiziosa per combaciare con il profilo di Stefano Pioli. Quello che nel novembre 2019 nessuno voleva. Lo stesso che hanno mandato via un po’ tutti, prima o poi.

La dimensione del suo lavoro al Milan si è ridotta a suon di derby persi, squadre spezzate in due e difficoltà nel tornare a competere con quelle più in alto.

E se Pioli fosse invece il secondo miglior allenatore del Milan del 21° secolo?

Lo so, suona male. Ma stammi a sentire.

Il 21° secolo è ancora giovane e il Milan ha passato vent’anni difficili se escludiamo l’era d’oro di Ancelotti.

Confronta pure tutti quelli che si sono seduti sulla panchina rossonera dall’esonero di Zaccheroni in poi.

Ti risparmio la ricerca:

Tassotti, Terim, Ancelotti, Leonardo, Allegri, Seedorf, Inzaghi, Mihajlovic, Brocchi, Montella, Gattuso, Giampaolo.

Magari metti Allegri davanti a Pioli, va bene. Aveva ereditato gli anni di fantasia dell’era Leonardo e ci aveva aggiunto pacchi di voglia di vincere con Van Bommel, Ibra, Robinho. Quella era una squadra forte forte. Pronta per vincere. Ma va bene.

Esco subito dal campo delle opinioni per rendere chiare le mie intenzioni: si può valutare l'era Pioli anche in maniera diversa, meno soggettiva.

Per farlo, ho esaminato l'evoluzione del rendimento del Milan negli anni, le difficoltà croniche contestate a Pioli nelle ultime due stagioni e la crescita dei rossoneri nel contesto europeo dal suo arrivo.

Iniziamo dal rendimento.

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