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Lautaro e il gol

Cosa ci dice il suo rendimento storico sulle difficoltà di questo inizio stagione.
Lautaro e il gol

Da quando ho cominciato a scrivere queste lettere ho scoperto che non è il calcio a essere noioso. Il problema sono io. Sono io che mi perdo dietro le tentazioni di cui mi circondo sul divano.

Mi era capitato anche durante Lazio - Inter.

Baroni aveva perso Gila e la sua squadra compattezza. L'Inter trasformava un corner sbagliato in un retropassaggio per il portiere. Più si allontanava dalla zona di campo che voleva riempire e più diventava facile arrivarci. Più portava fuori la Lazio e più ne mostrava le difficoltà.

Tra il lancio impreciso di Sommer e il gol del due a zero di Dimarco succedono tante cose, ma quella che sposta l’indirizzo dell’azione è di Lautaro.

E io me l’ero persa.

Non del tutto, ok. L’avevo vista. Ma non l’avevo davvero vista.

È una giocata che ho dovuto riguardarmi più volte per capirla bene.

Dopo aver controllato il pallone con il destro, Lautaro sembra quasi danzargli attorno per proteggerlo. La sensazione è che potrebbe scaricarla per Mkhitaryan, o almeno così pensa Rovella. Si concede un attimo in più, invece. Porta Patric ancora più lontano dalla sua area prima di alzare la testa per muovere palla nello spazio.

Lazio - Inter è stata una di quelle partite che Lautaro riesce a indirizzare anche senza effettuare un singolo tiro. Anche con una giocata a 50 metri dalla porta avversaria. Non è la prima volta che succede.

Sarà che sono quasi sette stagioni che ormai lo vedo giocare. Sarà che tutti parlano del suo momento sottoporta. Fatto sta che una giocata come questa mi ha ancora una volta portato a cercare qualche risposta in più.

Su cosa?

Volevo capire se questo calo realizzativo fosse temporaneo. E se queste cali temporanei fossero un pattern che si era già ripetuto, nella carriera di Lautaro.

Ho iniziato a indagare, quindi. Partendo dalle basi.

Lautaro sta andando poche volte al tiro. La media di conclusioni tentate per 90’ è la più bassa dai tempi del Racing. Gli expected goals sono ai minimi dalla sua prima stagione italiana e anche il numero di gol ne sta risentendo. Che succede?

Questa cosa del Lautaro rifinitore te la stanno sottolineando tutti, ormai. E non è solo una questione di posizione in campo.

Lautaro è diventato un maestro in questo ruolo ibrido anche grazie a come usa il corpo. A quell’arte dell’inganno che gli permette spesso di pulire un pallone sotto pressione dopo una ricezione in verticale. Tutto questo lavoro di cucitura, però, lo sta portando a farsi coinvolgere più spesso lontano dall’area di rigore.

Il trend è stato accelerato dall’uscita di Dzeko e Lukaku ma va considerato nel contesto generale dell'Inter.

Nella scorsa stagione la straordinaria efficienza realizzativa aveva permesso a Lautaro di compensare il calo di conclusioni, ma in questa stagione è bastato rientrare su un rendimento normale per risentirne a livello di gol realizzati.

Per caratteristiche, è Thuram ad attaccare più spesso la profondità. Tocca più palloni dentro l’area di rigore. Ma anche nel suo caso — come per Lautaro nella scorsa stagione — l’alto numero di gol nasce da una eccezionale efficienza realizzativa più che da una maggiore pericolosità in zona gol.

Su entrambi incide il modo in cui l’Inter produce occasioni. Il coinvolgimento delle due punte non si limita al riempimento dell'area avversaria.

Dopo quella giocata di Lautaro, l’Inter arriva a invadere l’area con tanti uomini. Ne ho contati cinque quando Dimarco sbraccia per richiamare l’attenzione di Dumfries. Tra questi, però, non ci sono né Lautaro, né Thuram (ci arriverà qualche secondo più tardi).

Quanto è efficiente Lautaro sottoporta

L'evoluzione dell'Inter sta portando Lautaro a ricavarsi meno occasioni. Ok. Ma quando le occasioni ci sono, che succede? Quanto è efficace nel trasformarle in gol?

Per rispondere a questa domanda si parte spesso dal rapporto tra gol ed expected goals. Un rapporto superiore a 1 ti dice che i gol hanno superato le attese, uno inferiore stampa l’etichetta di underperformer sul percepito di un centravanti.

La realtà è più sfumata di così — ci torno sopra fra poco — ma possiamo usare quel rapporto come punto di partenza. Questo il rendimento all’Inter di Lautaro tra campionato e coppe europee:

La prima stagione ha un valore informativo minimo. Faceva altro, a quei tempi: vice-Icardi, sottopunta, punta da buttare dentro quando c’era da ribaltare il risultato.

Dopo l’assestamento iniziale, però, il rendimento sottoporta è aumentato così tanto da portarlo a segnare rispettivamente il 19% e il 17% in più dei gol attesi nelle ultime due stagioni.

E poi?

In questa prima parte di stagione, il suo rendimento sembrerebbe essere calato (8% in meno di quello che ci si aspettava), ma quanto è affidabile questo dato? E soprattutto, come possiamo interpretare le oscillazioni tra le varie stagioni?

Il rapporto grezzo tra gol ed Expected Goals (G/xG) ha un limite strutturale: non considera l'incertezza legata al volume di conclusioni tentate. È corretto dare lo stesso valore alla stagione 2019-20, dove Lautaro ha tirato 157 volte, e ai dati di questa stagione basati su 50 tiri?

Per un'analisi sommaria, sì. Ma per valutare con precisione l'abilità realizzativa di Lautaro ho bisogno di un metodo più raffinato, che:

  • Pesi diversamente campioni di dimensioni diverse
  • Consideri il contesto generale degli attaccanti dei principali campionati europei
  • Mi dia una stima dell'incertezza delle mie valutazioni

Se il metodo Empirical Bayes ti fa già chiudere la mail, non preoccuparti. Ho aggiunto qui sotto, in un riquadro dedicato, uno dei miei spiegoni tecnici. Se sei qui anche per quelli, eccoti servito. Se invece vuoi solo capire come stia rendendo Lautaro, procedi pure con la lettura.

💡
Per valutare le reali capacità di finalizzazione di Lautaro ho impiegato l'approccio Empirical Bayes (EB) usato anche qui da Tony ElHabr. Si tratta di un approccio che permette di combinare dati individuali con tendenze di gruppo. Invece di usare il semplice rapporto tra gol segnati e expected goals (G/xG), che può essere molto variabile per bassi volumi di tiro, ho usato l'EB per "aggiustare" questi valori. Ho modellato la distribuzione di queste G/xG con una distribuzione gamma, stimando i parametri usando un campione di giocatori di leghe europee maggiori (dal 2017 a oggi) con almeno 50 tiri.

È un approccio che permette di combinare questa distribuzione "prior" con le performance di ogni giocatore, ottenendo una distribuzione "posterior" più affidabile e una misura della sua incertezza.

È un metodo che mi permette di "aggiustare" le stime in base alla quantità di dati disponibili. In una stagione con molti tiri, il metodo si fida principalmente dei dati individuali di Lautaro. Quando invece ho a disposizione un campione più piccolo – come i 50 tiri di questa stagione – il metodo bilancia i dati individuali con quelli tipici degli altri attaccanti.

Quando aggiustiamo i dati tenendo conto del volume di conclusioni e del contesto generale, emerge un quadro leggermente diverso, quindi.

Te lo spiego partendo da un grafico.

Per ogni stagione, il cerchio indica il rapporto tra gol ed xG aggiustato mentre le barre orizzontali ci aiutano a capire quale sia il range di rendimento plausibile per quella stagione.

Quando teniamo conto sia del volume di tiri che del contesto generale degli attaccanti, la storia di Lautaro si fa più sfumata.

La sua prima stagione all'Inter resta complicata, ma non quanto sembrava inizialmente: il rapporto tra gol ed expected goals sale da 0.65 a 0.85.

Le ultime due stagioni invece confermano quello che avevamo già intuito: Lautaro era diventato un finalizzatore sopra la media capace di segnare circa il 15% in più di quanto ci si potesse aspettare dalle sue occasioni.

E in questa stagione?

Il rendimento aggiustato è più generoso di quello grezzo. Considerando il volume di tiri effettuati, Lautaro sta convertendo le occasioni con una media in linea con le aspettative.

Ai lati di quel cerchio, però, noterai anche tu che il margine di incertezza è piuttosto alto. Troppo alto per trarre conclusioni definitive sul suo rendimento realizzativo.

Ok. So già cosa stai pensando: tutto questo lavoro per dirmi che serve più tempo per capirne di più?

In parte, sì. Ma non se vogliamo utilizzare il suo rendimento passato per capire cosa stia succedendo oggi.

Per esempio: come cambia la sua efficienza a seconda del tipo di occasione?

Che succede quando deve colpire di testa piuttosto che con il destro o con il sinistro?

Wikipedia ci dice che Lautaro è alto 1 metro e 74 centimetri ma io e te abbiamo visto troppe partite di Lautaro per non sapere che tempismo e uso del corpo gli permettono di vincere duelli aerei anche contro avversari più strutturati di lui.

Vincere un duello aereo, però, arrivare primo sulla palla, non vuol dire essere efficaci nel trasformare occasioni in gol.

L’efficienza realizzativa di Lautaro nei colpi di testa è peggiorata, negli ultimi anni. Se accumuliamo tutte le conclusioni aeree arrivate nelle ultime due stagioni e mezza non arriviamo neanche a un gol ogni due xG.

La tabella qui sotto, però, evidenzia anche altro.

lautaro di testa.png

Rispetto alle passate stagioni, Lautaro sta concentrando una più alta percentuale di conclusioni di testa. Anche perché i cross rappresentano una proporzione più ampia del suo coinvolgimento dentro l’area avversaria.

E con una più alta concentrazione di tiri nati in questo modo, la bassa efficienza realizzativa non fa altro che avere un impatto negativo sul rendimento generale.

Lautaro, quindi, è ancora piuttosto efficiente sottoporta, ma solo quando si trova a concludere in modi diversi dai colpi di testa.

Quanto streaky è Lautaro

Avrei potuto concludere tutto qui. Avrei potuto fermarmi al calo di occasioni o all’efficienza realizzativa. A questa cosa dei gol di testa che magari non ti aspettavi neanche.

Ma c'è un altro aspetto del rendimento di Lautaro che mi ha da sempre incuriosito. Ho sempre avuto la sensazione che il suo rendimento sottoporta non fosse lineare. Che quei momenti di straordinaria efficienza fossero intervallati da altri in cui il gol sembra sfuggirgli.

Che fosse un attaccante streaky, quindi. Uno che alterna periodi in cui segna anche bendato ad altri in cui non la mette dentro mai.

È davvero così?

Ho cercato di misurare anche questo. Mi sono infilato dentro ogni singola stagione per capire come varia il suo rendimento durante l’anno. E ho scoperto che…

Ok, prima fammi spiegare l’approccio.

Quando c’è da misurare la costanza sottoporta spesso si guarda alla distribuzione temporale dei gol o al tempo passato tra un gol e l'altro. Ma in questo modo non si considera qualità e quantità delle occasioni create.

Invece di guardare al tempo trascorso, quindi, ho deciso di misurare quanti xG deve accumulare un attaccante prima di andare in gol. Quanto lavoro ha dovuto fare in ogni sequenza di tiri per riuscire a metterla di nuovo dentro.

💡
Pensa a ogni sequenza come una serie di tiri che inizia dopo aver segnato un gol e termina con il tiro che porta al gol successivo. Gli xG accumulati in ogni singola sequenza sono quelli a cui ho guardato per questa parte di analisi.

Da quando è all’Inter, il 66% dei gol di Lautaro è arrivato dopo aver accumulato meno di 1 xG.

È un rendimento che conferma la leggera overperformance storica, ma che dice poco della sua continuità.

Per capire quanto sia regolare, c’è da guardare a come cambia il volume di xG accumulati nel tempo. Di stagione in stagione o tra un gol e l’altro.

La percentuale di gol arrivati dopo aver accumulato meno di 1 xG non è rimasta stabile. È scesa dal 74% della stagione 2022-23 al 61% nel 2023-24, fino al 57% attuale. Un cambiamento che si riflette anche nella distribuzione delle sue sequenze realizzative.

È il primo venerdì dopo il rientro dalle vacanze e forse non è il momento ideale per spiegarti cosa voglia dire una skewness pari a 2.288. Eppure sono convinto di poterci riuscire.

Nel contesto di Lautaro, la skewness ci aiuta a capire quanto sia sbilanciata la distribuzione delle sequenze e come questo sbilanciamento sia cambiato nel tempo.

Il primo Lautaro era più costante, ma in negativo. Tendeva ad accumulare sequenze da più xG inframmezzate da alcuni gol veloci.

Nel tempo il pattern si è invertito: è diventato un attaccante più efficace nell'immediato, ma anche più soggetto a lunghe attese quando non trova subito il gol.

Il dato di questa stagione è influenzato dal fatto che siamo ancora a gennaio, ma è proprio in questo periodo che Lautaro ha mostrato il rendimento più polarizzato: da una parte sequenze rapide ed efficaci, dall'altra alcune sequenze che tendono ad allungarsi più che in passato.

Sono sfumature che rischiamo di perderci dietro ai numeri aggregati ma che finiscono per incidere sui risultati e sul percepito collettivo.

Quella sensazione che abbiamo addosso di un Lautaro in difficoltà sottoporta nasce anche dalla differenza rispetto alle stagioni precedenti. Sette dei primi otto gol della scorsa stagione erano arrivati dopo aver accumulato meno di 1 xG. Il suo rendimento era stato meno efficiente verso la primavera, a scudetto ormai in tasca.

In questa stagione, invece, le sequenze più lunghe delle attese sono già un paio. E in quella più recente Lautaro è arrivato a sfiorare un totale di 3 xG prima di trovare il gol.

Per quanto abituato a gestire la pressione, sarebbe assurdo pensare che una striscia così lunga non abbia inciso sulla sua lucidità sottoporta.

E quindi?

Lautaro è cambiato. È diventato un attaccante più completo. E il suo rendimento sottoporta più complesso da interpretare.

L’evoluzione del suo coinvolgimento nell’Inter lo ha portato a cambiare il volume di occasioni, e senza un’(insostenibile) efficienza realizzativa a compensare, il volume di gol è calato. Paga alcune inefficienze specifiche — quei colpi di testa si stanno facendo sentire — ma anche all’interno di un periodo meno brillante, continua ad essere una punta capace di segnare gol in linea con le attese, sul lungo termine.

Più che streaky, il Lautaro finalizzatore è sensibile al momento. La sua efficacia dipende molto dalla capacità di convertire in gol le prime occasioni. Quando ci riesce è uno degli attaccanti più efficienti al mondo. Quando non ci riesce, può attraversare fasi come questa. Periodi che ci portano a dubitare, a indagare. A mettere insieme una lettera come questa per capire quale sia, in fondo, il rapporto tra Lautaro e il gol.