CSNW: la fatica del Milan, i cross dell'Atalanta, il cervello della Fiorentina e l'ampiezza del Napoli

Quanta fatica ha fatto il Milan?
Nell'ultima Pausa ti avevo parlato della crescita del Milan. Della fluidità con cui avevano incominciato a integrarsi. Di come avere Maignan a imbucare e Reijnders a dettare soluzioni con le sue corse potesse aiutare a sfruttare anche Leão in modi diversi.
Ecco. Contro la Juve si è visto poco di tutto questo.
Leão al centro nasce più per la necessità di nasconderne i limiti senza palla che per renderlo più pericoloso quando la riceve.
Gli uomini erano più o meno gli stessi di Madrid, ma gli spazi no.
Dopo gli sbandi contro Inter e Parma la Juve sembra essere rientrata nella sua fase da maniaca del controllo e il Milan non è riuscito quasi mai a scomporla.
Soltanto il 7% dei palloni toccati dal Milan nell'ultimo terzo di campo sono arrivati dentro l'area di rigore.
Pochi, rispetto alla media del 16% negli ultimi 3 campionati. Ma pochi anche rispetto alle altre partite in cui il Milan aveva fatto fatica ad entrare in area, negli ultimi 3 campionati.

Una prestazione come questa preoccupa per il contesto. Perché il Milan, con la palla, era riuscito a creare di più, a muoversi meglio, a produrre occasioni più pulite.
La qualità media dei tiri prodotti era aumentata, nelle ultime 3 partite, prima di crollare nuovamente contro la Juve.
Ok la fatica nell'andare al tiro, ma neanche dieci o quindici di questi tiri avrebbero garantito al Milan una buona probabilità di trovare il gol.

Vulnerabilità e punti di forza si sono incastrati bene a Parma
Io nell'ultima Pausa:
"La lucidità nelle scalate laterali viene testata quando gli avversari muovono palla velocemente da un lato all'altro del campo. E sin qui il Parma ha mostrato più di qualche vulnerabilità quando c'è da difendere i cross (calci piazzati inclusi)."
Il Parma dopo 3 minuti:

Rimessa laterale di Coulibaly (del Parma, sì). Hien mangia Bonny. Ederson, Pasalic. Palla da sinistra a destra. Bellanova ha spazio e tempo per mettere un cross di prima. La difesa del Parma è più preoccupata di scappare verso la porta che di marcare uno che, sai, qualche gol di testa l'ha già fatto, e l'Atalanta ha già messo il muso davanti.
A Retegui sono bastati 20 minuti per accumulare 1.09 xG, un gol, uno sfiorato e uno mangiato, tutti su palle laterali. Tutti anticipando, confondendo, imbarazzando il povero Del Prato.
Il Parma in realtà ha avuto grossi problemi a difendere i cross anche dalla parte di Coulibaly e così l'Atalanta ha chiuso con 6 occasioni create da cross su azione. Il più alto numero sin qui in stagione.

La Fiorentina viaggia al ritmo di Adli
Lo so, è facile pensare a lui dopo il gol di Como. Ma se ti volessi scrivere di quello, avrei dedicato la sezione ad Audero. O ai suoi 5 gol presi in più rispetto alle attese. O a come il Como riesca sempre a rendere le partite più difficili, quando sembra essere in controllo, e quando cerca di nascondere le sue lacune.
Adli, quindi.
Sarà per la sua corsa dinoccolata, ma quando si pensa a un regista affidabile, a questi livelli, non si pensa mai a lui.
In una Fiorentina che risale il campo cercando direttamente Kean o sfruttando le combinazioni sulle catene laterali, da Adli si va quando c'è bisogno di prendere una decisione giusta. Quando gli avversari tolgono la soluzione diretta per Kean e c'è da capire bene cosa fare. Quando gli spazi da un lato sono pochi e c'è da andare ad esplorare quello debole.
C'è il piede di Adli dietro alla prima ricezione pericolosa di Dodô al 29' di Como - Fiorentina. C'è il piede di Adli dietro alla seconda ricezione pericolosa di Dodô al 38'. E c'è il piede di Adli anche quando il Como si apre e la gamba di Sottil va sfruttata con un filtrante ambizioso che da il là al gol del due a zero.
Quando c'è da guadagnare metri o gestire il possesso, nessun giocatore della Fiorentina, a oggi, incide più di Yacine Adli.

Napoli, Roma e l'ampiezza
Ranieri dice che i cambi di fine primo tempo nascono dalla necessità di difendere l'ampiezza. Che sul secondo palo si dormiva, prima. Che i terzini facevano fatica. Che gli esterni bassi a tracciare i terzini del Napoli non bastavano a limitare i pericoli nati lungo le corsie laterali.
Il Napoli ha creato poco, ok. Ma lo ha fatto sfruttando proprio quello che la Roma aveva accettato di concedere.
Il blocco compatto, le linee strette, e quel 4411 nostalgico avevano un obiettivo chiaro: limitare le ricezioni tra le linee, spingere il Napoli a girare largo e pensare di poter incastrare Lukaku e gli altri difendendo bene l'area di rigore.
Ha funzionato?
Meglio nel secondo tempo che nel primo.
Con il centro intasato, Kvara e Politano sono tornati a passare più tempo vicino alla linea laterale. Perdendo qualcosa in termini di pericolosità, ok, facendo più fatica a interagire nello stretto con i compagni, ma creando più spazi per gli inserimenti di terzini e mezzali lungo i corridoi interni.
Le idee sono confuse a Roma, e il Napoli ne approfitta da subito.
Il triangolo di destra sembra essere costruito su relazioni più forti dei cambi di allenatori e Conte lo sfrutta per produrre la seconda occasione più pulita della partita.
La corsa di Zambo-Anguissa si porta dietro Pisilli. Di Lorenzo fa da vertice basso e sfrutta i metri extra per trovare Kvara solo sul secondo palo.

Passano 4 minuti e questa volta è l'inserimento interno di Olivera a creare problemi.
Quando Kvara riceve largo non aspetta altro che una scelta sbagliata, mezzo metro per andare oltre Celik. E invece il regalo arriva da El Shaarawy. Ripiega con diligenza, traccia la corsa di Olivera e poi bo, si alza in raddoppio su Kvara?
Non capisco.

Le ricezioni pericolose dei terzini del Napoli quasi spariscono nel secondo tempo. Passare a 5 ha permesso alla Roma di tracciarle meglio, ma non in occasione del gol.
È sempre Kvara ad attirare pallone e attenzioni. Pisilli stringe troppo, forse influenzato dalla presenza di Zambo-Anguissa. Forse la palla in realtà era per Politano, e sembra pensarlo anche Angeliño. La lettura è sbagliata, i tempi sono sbagliati, ma è sempre quel triangolo di destra a creare dubbi, esitazioni, errori.

Cose belle che vale la pena condividere
Verona - Inter è ancora una partita quando Barella pianta il piede per rubare palla a Harroui, attira la pressione di 3 uomini, è più vicino a cadere che a mantenere il possesso e invece se ne esce così:

Reijnders si rende conto che Milan - Juve sta prendendo una brutta piega e allora prova a deliziarci:

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