Pausa: come si salta l'uomo in Serie A

Prestazioni vs previsioni (di giornata)

Ti sei perso l'introduzione all'indice di rendimento? Niente paura. Trovi tutto qui.
Non tutti i dribbling sono uguali
Kevin de Bruyne non è un gran fan della pass completion stat. Cosa conta la percentuale di passaggi per uno come lui, che sui passaggi impossibili ha costruito una carriera.
E come dargli torto. Immagina se potessimo valutare il contributo di un regista o di un rifinitore avendo a disposizione soltanto passaggi tentati e percentuale di riuscita. Niente assist, tiri assistiti – o occasioni create, o passaggi chiave, sono la stessa cosa ma ognuno li chiama un po' come vuole – o, figurati, passaggi progressivi.
Quanto limitante sarebbe il valore di quelle informazioni? Quanto poco ci direbbero del contributo di ogni singolo giocatore?
Eppure, questo è il mondo in cui viviamo quando si tratta di analizzare i dribblatori. Sappiamo quanti ne tentano e quanti ne completano. Niente di più.
Possiamo contare soltanto su numeri che rivelano dove i dribbling vengono eseguiti, a cosa portano, o quale funzione hanno nella partita.
Anche la definizione stessa utilizzata dai vari provider di dati evento è fuorviante: si limita a misurare il numero di volte che un giocatore passa oltre un avversario senza perdere il controllo del pallone. Il tocco in avanti ad aggirare il difensore arrembante, per dire, vale quanto quel gioco di anche e sterzate con cui Chukwueze ha fatto venire i sudori alla difesa della Roma.
È un peccato perché il mondo dei dribblatori è pieno di sfumature. A partire dalla tecnica di esecuzione.
C'è chi salta l'uomo con l'inganno, utilizzando corpo e pause per aprirsi un varco. Alcuni ti fanno vedere il pallone quel tanto che basta prima di fartelo passare oltre. Lo cullano come uno di quegli zii capaci di far addormentare un neonato in pochi secondi.
Ci sono anche i dribblatori in campo aperto, quelli che si lanciano verso la porta in maniera iper-verticale, e i giocatori che sanno esplodere da fermi grazie alla forza nelle gambe prima di metterle in mezzo tra difensore e pallone per passare oltre.
Oltre alla tecnica di esecuzione, però, c'è anche la funzionalità. A cosa serve il dribbling? A saltare l'uomo, sì, ma la sua utilità dipende dal contesto in cui avviene e da quello che succede dopo. In che direzione viene effettuato? A che cosa porta?
Mi sono quindi messo in moto per cercare di capire come vengono utilizzati nel nostro campionato. Li ho divisi in base alle zone del campo in cui vengono effettuati ma anche il dettaglio territoriale resta limitato se non accompagnato dalla direzione che prendono.