CSNW: le risposte che non ci aspettavamo

Atalanta e Milan hanno fatto due partite opposte
Capisco tutto. Capisco chi vuole parlare di arbitri e chi preferisce rimanere sulla partita. Chi ti mette davanti la classifica, e chi cerca di interpretare cosa sia successo in campo.
Puoi raccontare Atalanta - Milan un po' come vuoi: il peso dei piazzati, le decisioni arbitrali, i terzini di Fonseca che non riescono a fare due partite di fila senza addormentarsi su un filtrante, un cross.
Gli eventi pesano tanto, nel calcio. Ma perché limitarsi a raccontare soltanto quelli che decidono le partite? Che senso avrebbero lettere come queste?
Provo ad andare oltre con un paio di grafici:

L'idea, qui, è evidenziare i modi con cui le due squadre hanno cercato di guadagnare metri verso la porta avversaria. Lo faccio guardando ai passaggi progressivi, quelli che portano a una progressione del pallone del 20% o più.
È uno dei miei grafici preferiti. È intuitivo, ma non banale. Colori e linee saltano subito all'occhio, ma ti portano anche a perderti nel dettaglio.
Per dire, avrai sicuramente fatto caso al lato sinistro dell'Atalanta. Ora, guarda meglio dove sono concentrati quei passaggi. Sono quasi tutti a ridosso dell'area di rigore. Con il Milan più prudente e Musah sulla linea dei difensori, l'Atalanta non aveva troppi problemi a portare palla fino alla trequarti.
(se guardi bene, nel terzo gruppo più comune dell'Atalanta c'è anche la dormita di Musah e l'imbucata per Lookman ☺️)
Le altezze medie delle due squadre sono rimaste più o meno le stesse per tutta la partita. Il Milan non aveva l'ambizione di chiudere l'Atalanta dentro la propria metà campo. O forse non ci è riuscito. Non saprei.
I passaggi progressivi più comuni nascono più indietro, quindi, dentro la sua metà campo. E sono tutti concentrati lungo i corridoi interni. Evidenziano quella voglia di fare densità nelle zone centrali avvicinando punte, ali e centrocampisti. Cercando di farli combinare nello stretto, in velocità, per portare palla dentro la trequarti avversaria.
Ci sono riusciti qualche volta, nei primi 30 minuti di partita. Quasi mai, nel secondo tempo.

Come a Madrid, Musah da quinto serviva a limitare la pericolosità avversaria. E il Milan ci è riuscito, per larghi tratti di partita. Ha concesso poco, meno che al Bernabeu, su azione.
Ma quando ti porti gli avversari dentro la tua trequarti, allora i limiti vengono fuori. La scarsa pulizia di Emerson Royal. I cali di concentrazione suoi o di Musah. Theo che si fa imbucare. Theo che si fa saltare in testa. Theo che perde un duello aereo perché neanche prova a ingaggiarlo sto duello aereo.
A Bergamo sono stati i piazzati a farsi sentire, ma il Milan continua ad essere troppo vulnerabile sulle palle laterali. Soprattutto quelle che nascono dal suo lato destro.
Lo si nota anche dalla mappa qui sotto. Ti mostra da quali zone il Milan concede più occasioni rispetto alle altre squadre di Serie A.
Serve aggiungere altro?

Thiago Motta non è un member di Calcio Datato
Non me lo sarei aspettato. Non dopo quei primi 90 secondi di partita.
Il Bologna si era alzato in massa sul lato destro del campo. Aveva recuperato palla per qualche secondo, per poi farsela rubare da Koopmeiners. Koopmeiners? Basso? A sinistra?
Il Bologna ha abbastanza uomini per portare una pressione efficace, ma Freuler si fa tentare. Si stacca in avanti feroce a prendere Kalulu. Ma Kalulu scarica. E allora continua la corsa per andare a prendere Koopmeiners. Ma Koopmeiners lo salta. Sfrutta l'irruenza di Freuler per mandarlo a vuoto prima di imbucare per Fagioli nello spazio.

Dopo un'uscita così pulita magari ti aspetti una Juve capace di sfruttare l'aggressività del Bologna per fargli passare il pallone tra le orecchie più volte, nel corso della partita. E invece niente.
Certo, dopo averci convinto – ok, avermi, non voglio generalizzare – che i problemi offensivi fossero soprattutto legati ad attaccare i blocchi bassi, la sconfitta con lo Stoccarda aveva rivelato altro.
Forse serve ancora tempo. Forse sono gli infortuni. Forse stanchezza mentale e fisica. O forse tutto e un po'.
La Juve non aveva mai affrontato una squadra che gli concedeva così pochi passaggi prima di aggredirla, e come contro lo Stoccarda non ne è uscita bene.

La pressione del Bologna ha influenzato la Juve in diversi modi.
L'ha resa meno imprecisa, sì. Così imprecisa da registrare la più bassa percentuale di passaggi completati in costruzione da inizio stagione. Ma non solo.

L'ha anche portata a prendere scelte sbagliate quando cercava di risalire il campo. A forzare soluzioni dirette su Vlahovic, ok, ma anche infilando i suoi esterni dentro un imbuto difficile da gestire.
In che modo?
Qualche giorno fa ho scritto della diagonalità e di quanto possa aiutare quando devi risalire il campo o creare occasioni. Ecco, c'era poca diagonalità nel modo in cui la Juve cercava di innescare i suoi esterni.
Palle piatte, dritte per dritte, che costringevano Weah e Conceicao a ricevere palla spalle alla porta, con il terzino sul collo e poche possibilità di uscirne vivi se non prendendo un fallo.

Lo si è notato soprattutto nei primi 30 minuti di gioco. Quelli in cui la Juve non ha quasi mai portato palla dentro la trequarti del Bologna.

Ci sono anche cose positive, nella partita di sabato, lo so: la miglior prestazione stagionale di Koopmeiners (o l'ho vista soltanto io?), Conceição che continua a essere una fonte creativa. Poco costante, ok. Ma unica in un contesto in cui anche i giocatori più talentuosi sembrano dipendere molto dalla struttura, da quello che gli succede attorno.
Lascio a te i giudizi definitivi, io ho ancora bisogno di tempo per capire cosa possa essere questa Juve.
La Roma ti fa male in transizione, oggi
Se pensavi che con Giampaolo il Lecce potesse migliorare nella gestione del pallone, forse avevi ragione. Ma i risultati non si sono ancora visti.
Siamo ancora in quella fase in cui il cambiamento rischia di esporre i limiti dei singoli piuttosto che portare a cose migliori. Lo si nota anche dai numeri: 22 possessi riconquistati dal Venezia nella metà campo delle Lecce due settimane fa; 19 per la Roma sabato. Sono le due partite in cui il Lecce ne ha concessi di più, in questa prima parte di stagione.
Cercare di risalire il campo in modo diverso può portare a situazioni come queste, certo. Ma rispetto al Venezia, la Roma ha saputo sfruttare meglio quei recuperi alti.
In che modo?
Arrivando più spesso al tiro, o al gol.
Da inizio campionato alla Roma era capitato soltanto due volte di arrivare al tiro per più di 2 volte entro 10 secondi dalla riconquista di un possesso: all'esordio a Cagliari, e a Londra contro il Tottenham
Contro il Lecce i "tiri veloci" sono stati ben 6.

È solo colpa del Lecce o la Roma di Ranieri è effettivamente più pericolosa in transizione?
Hanno scoperto come fermare il Napoli, forse
Il Napoli è la squadra meno "rigida" di Antonio Conte. Sei d'accordo?
Non vede l'ora di attaccare in campo lungo, ma sa rendersi pericolosa anche alzandosi in pressione sulla costruzione avversaria.
Ecco, la Lazio non le ha permesso di fare nessuna delle due cose.
In costruzione, è andata spesso lungo. Direttamente dal Taty, o sfruttando il mismatch di centimetri tra Politano e Nuno Tavares.

Senza palla, poi, si è mostrata ancor più prudente dal solito. Un po' perché faticava a mettere i piedi con costanza dentro la metà campo del Napoli ma anche perché non si faceva problemi a compattarsi dietro la linea del pallone.
La Lazio non aveva mai riconquistato palla così in basso come al Maradona.

Non è la prima volta che la squadra di Conte si intasa contro una squadra organizzata.
Dai un'occhiata al grafico qui sotto. Indica la percentuale di palloni toccati in area rispetto al totale di palloni toccati nel terzo offensivo. Ti aiuta a capire se quel possesso avanzato è stato efficiente o meno.

Il Napoli sembra registrare percentuali più basse quando gioca in casa, quando gli spazi da attaccare vanno costruiti là davanti piuttosto che dal basso. È una tendenza comprensibile, che si può notare anche in altre squadre, ma il Napoli sembra fare sempre un po' più fatica. E le avversarie sempre più efficaci nel sporcare la sua manovra offensiva.
Fino a domenica, era stata l'Atalanta a disturbare meglio di tutte il possesso avanzato del Napoli in questa stagione. Ora il primato va alla Lazio.
Sì, lo so: ha prodotto poco. Oltre alle stecche da fuori di Isaksen e Dele-Bashiru, non era quasi mai riuscita a mettere piede in area. E senza Noslin con la maschera di Harry Kane, il gol della Lazio non sarebbe mai arrivato.
Ma quando Baroni parla di una partita "interpretata e condotta bene," si riferisce a come l'abbiano portata su un terreno che, per questo Napoli, resta ancora difficile da gestire.
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