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Cosa È Successo Nel Weekend Ep.12

Cosa è mancato al dominio del Como, le connessioni che danno coraggio a Conceição e altre briciole sul weekend di Serie A
Cosa È Successo Nel Weekend Ep.12

L'efficienza nelle due aree ha fatto la differenza tra Como e Juve

“Dominio” è una parola che probabilmente farà incazzare Antonio Conte, prima o poi.

La sua visione del merito è legata a cosa succede nelle due aree: il volume di occasioni concedi e che produci.

Ma il dominio può anche essere associato alla capacità di spingere l’avversario nella sua trequarti. Di fargli sentire il peso di ogni lettura usando il pallone per alzare la percezione del pericolo.

Se anche tu hai avuto la sensazione che il Como stesse dominando contro la Juve, è probabilmente per quel primo tempo di dominio territoriale piuttosto costante.

Dopo il gol di Kolo Muani, ma anche prima.

Il nostro percepito, però, si fa influenzare dalla palla da biliardo che Nico Paz fa rotolare via fino a incontrare la mano di Di Gregorio. Che rimbalza come se alterata dalle imperfezioni di un tavolo vecchio, pieno di bozze, fino a puntare pericolosa la buca più lontana.

Il Como ha prodotto, ma non più di quello che ha raccolto.

La Juve ha prodotto, ma troppo poco per poter pensare di meritarsi quello che ha raccolto.

Se tifi Juve e sei incazzato, hai ragione.

Che ne so io del merito?

Che ne sanno i dati del merito?

Che cos’è il merito, poi? Quello che riconosciamo al Como quando ci mostrano quanto sono organizzati con la palla? Quando puntiamo il dito su quelle uscite dal basso fluide che alterano i riferimenti avversari?

Forse, ma contro la Juve il merito del Como sta anche nella capacità di sporcare al massimo la produzione offensiva avversaria.

Il calcio va spesso dalla parte di chi ha il dominio, ma ancor più spesso da chi gestisce meglio quello che succede dentro le due aree.

Se c'è da cercare un gap tra Como e Juve, nella partita di venerdì, bisogna guardare proprio lì.

Ci sono le connessioni offensive dietro al coraggio di Conceição

Cos’ha portato Conceição a lasciare in campo Theo, Leao, Pulisic, Gimenez e Joao Felix tutti insieme per una quarantina di minuti?

Questo grafico:

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Conceição sta lavorando sulla compattezza. Vuole un Milan meno vulnerabile in transizione capace di difendere in alto o con un blocco medio senza farsi imbucare troppo spesso al centro o alle spalle.

Ma il Milan, con la palla, vive di connessioni. E nel primo tempo di Empoli, quelle connessioni sono mancate.

Te la metto giù in due righe dal punto di vista tattico e poi ti lascio qualcosa di più tangibile.

L’idea era occupare i 5 corridoi verticali in maniera fluida. A destra potevi trovare Musah, Walker, ma a volte anche Reijnders. A sinistra tendenzialmente Theo, Jimenez ma anche Joao Felix.

A lui toccava riempire i corridoi interni, in teoria, ma in realtà lo vedevi sbattersi spesso in basso, anche dentro la metà campo difensiva, per cercare di far uscire almeno un paio di palloni puliti dalla difesa.

felix posizioni.png

L’Empoli di D’Aversa sa essere aggressivo, soprattutto in casa. Se non muovi palla in modo organizzato, ti fa perdere la pazienza. Evidenzia ancor di più quelle connessioni abbozzate che ti trovi a dover sfruttare se hai Jimenez-Theo e Musah-Walker come coppie di esterni.

Colombo, poi, ti mette sempre un po’ più pressione di quella che ti aspetti. Sa usare bene il corpo. Ti gira attorno usando anche e gambe per mandarti a vuoto o per sporcarti un controllo. Sa fare sue quelle palle rimbalzanti che l’Empoli butta spesso dentro l’area avversaria.

Insomma, il coraggio di Conceição nasce dalla voglia di vedere connessioni più spontanee, pulite. Di combinare tutto quel talento che aveva in panchina per mettere pressione ai riferimenti meno solidi che l’Empoli mostra dentro la sua metà campo.

A Theo e Leao è bastato qualche minuto per combinare in questo modo:

A Leao e Joao Felix ancora meno per combinare anche al Milan in questo modo:

Il Milan vive di connessioni, ma a Pulisic basta sempre poco per crearne di nuove con chiunque gli si metta attorno: Musah, Reijnders, Walker, Gimenez. Dentro al campo, o largo. Ricevendo palla o facendola arrivare con i tempi giusti. A compagni vecchi o nuovi.

A Empoli ne ha beneficiato Leao ma anche Gimenez. Al Milan un centravanti che usa così bene il corpo mancava dai tempi in cui Ibra fingeva di averne ancora uno idoneo all'attività da professionista.

Il Milan l’ha vinta con il coraggio di Conceição. Ma avere coraggio è un po’ più facile quando puoi contare su connessioni come queste.

A quanto pare si difende anche così, in Serie A

È possibile schivare il contatto fisico se giochi in Serie A? È possibile voler evitare qualsiasi intreccio di corpi o gambe, pensare a tenere le braccia attaccate al corpo più che a come sporcare le ricezioni avversarie se giochi per una squadra che lotta per non retrocedere?

Me lo stavo chiedendo alle quattordici e quarantaquattro di un sabato pomeriggio in cui alternavo pensieri sulla difesa del Verona a riflessioni sulla mia vita a Manchester.

Problemi miei, lo so. Ma hai fatto caso ai gol dell’Atalanta? Alla totale passività del Verona?

Il modo con cui De Ketelaere conduce fino a calciare sul palo prima del primo gol di Retegui. Come si staccano da lui i centrali pochi secondi più tardi quando danza nello stretto per il secondo gol. Possibile che non ci sia stato nemmeno un tentativo di saltargli addosso per sporcarne il tiro? Niente?

Ok, la corsa di Djimsiti fa saltare i riferimenti dei 3 centrali e CDK ne attira uno su di sé. Ma Coppola? E Niasse?

Vabbè, magari sono io ad avere aspettative alte. Non ho giocato in Serie A. Sono uno di quelli che parla dal divano, blah blah.

E allora spiegami il terzo gol, dai.

Quel momento lì in cui Niasse si fa rubare palla da Ederson a una sessantina di metri dalla sua porta è proprio quello in cui cercavo di capire come fosse possibile essere così passivi quando lotti per la salvezza.

E il peggio doveva ancora venire!

Tra la riconquista di Ederson e il tiro c’è una progressione di, non so, quarantacinque metri? E l’unica forma di contatto fisico in quei 7 secondi e quarantasei decimi è la sbracciata con cui Ederson fa rimbalzare Ghilardi contro il suo compagno di squadra:

Non voglio togliere niente a Retegui. Ne ha fatti 4 in 56 minuti e deve sentirsi dire che è Gimenez il nuovo Vieri.

Ma c’è almeno un metro di spazio tra lui e Coppola anche nell’azione del quarto gol.

Qualche dato per capire quanto spazio conceda il Verona a chi l'affronta:

  • Il Verona è la squadra di Serie A che concede le sequenze più lunghe (poco meno di 13 secondi, in media)
  • Le avversarie del Verona guadagnano 1005 metri a partita con progressioni palla al piede (soltanto il Parma fa peggio, nel nostro campionato). Eppure nessuna era riuscita a guadagnare tanti metri quanto l’Atalanta, sabato.
Verona avversarie progressione.png

Difendere l’area non è facile, quando difendi contro gente come Mateo Retegui. Ma sporcarle l’iniziativa più lontano magari aiuta a rendergli le cose più difficili.

Briciole

Su Napoli - Udinese

Più possesso, ma più in basso. Meno dominante, meno preciso, meno pericoloso. Se il Napoli ti è apparso stanco e scarico, non è stata un'impressione.

Conte dice che portare quella pressione lì è difficile. Che fare battaglia contro i corpi barbarici che Runjaić mette in campo ti toglie qualcosa, alla lunga.

L'Udinese ha fatto la miglior partita dell'anno muovendo palla anche in modo più ordinato del solito. Ma dietro alla sua pericolosità offensiva ci sono sempre le palle alte e c'è sempre Florian Thauvin.

Su Lecce - Bologna

È quel periodo dell’anno in cui il Bologna sa creare problemi con la sua pressione e allora Giampaolo non ci ha pensato due volte.

Lecce - Bologna è stata una delle partite con più lanci lunghi di questo campionato.

Con le palle alte, il Lecce ha sfruttato meglio qualche leggerezza difensiva del Bologna. Ha creato più situazioni dalle seconde palle che spesso uscivano dai duelli ingaggiati da Krstovic. Ma è stato il Bologna a vincere i duelli aerei che le hanno permesso di creare di più dentro l'area del Lecce: l’88% dei duelli aerei ingaggiati dentro le due aree, infatti, è stato vinto dal Bologna. La più alta percentuale in stagione.

Su Venezia - Roma

Ranieri non impazzisce per i possessi lunghi. Lo si è visto anche a Venezia. La sua Roma ha completato 10 o più passaggi in soltanto 3 sequenze. Il più basso numero in stagione.

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