7 min read

Cosa è Successo Nel Weekend Ep.10

Quello che nessuno era riuscito a fare alla Juventus, perché il Como merita attenzione nonostante la sconfitta e 3 grafici sulle altre.
Cosa è Successo Nel Weekend Ep.10

Quello che nessuno era riuscito a fare alla Juventus

Ad Antonio Conte non è piaciuta la mia lettera del venerdì.

Questa cosa del Napoli che non domina, che gestisce i vantaggi, che gode nel vedere l’incertezza di partite “tirate” abbattersi su quei poveri insicuri che affronta non deve essergli andata giù.

Può anche cercare di raccontarcela diversamente, ma a Conte vincere non basta.

Quando parla del Napoli di Bergamo o quando cerca di togliere la parola contropiede dalla bocca di critici o “guru” che banalizzano la proposta della sua squadra, lo si capisce.

Difesa bassa noi? A me sembra di sognare

Se proprio devo individuare il momento in cui al Napoli non sembrava bastare una partita “tirata” , contro la Juve, allora scelgo questo grafico:

napoli juve ft by 15.png

Se invece voglio capire il contesto intero della partita, parto dalla Juve (torno sul Napoli fra un attimo, abbi pazienza).

Perché?

La pressione alta del Napoli si era fatta sentire già nel primo tempo. L’occasione di Yildiz e il gol del vantaggio ci avevano dato la sensazione che la Juve potesse usare la palla per manipolare la struttura difensiva del Napoli.

Una sensazione che non è durata molto.

La Juve sembrava poter creare problemi al Napoli anche senza palla, anche sfruttando un pressing organizzato per evidenziare i limiti in costruzione della squadra di Conte.

Lo si nota anche in due dati.

Era dalla partita contro il Parma che la Juve non riconquistava così tanti possessi nella metà campo avversaria nei primi 45'.

recuperi alti Juve primo tempo.png

Era da Udine che non produceva così tanto nei secondi successivi a una riconquista alta.

recuperi alti Juve primo tempo xg.png

Quell’efficacia in pressione, però, è venuta a mancare nel secondo tempo.

Come mai?

Perché Conte ha cercato di rendere le cose più difficili, portando Di Lorenzo a muoversi più spesso lungo i corridoi interni del campo.

E perché è difficile recuperare palla in zona offensiva se non riesci nemmeno a portarcela, quella palla.

Nel secondo tempo, la pericolosità della Juve si è completamente azzerata.

Lo so, sembra un’esagerazione, ma non è così.

Ho dovuto ricontrollarlo un po’ di volte perché non mi pareva vero: il gol di Kolo Muani al quarantatreesimo del primo tempo è stato l’ultimo tiro tentato dalla Juve.

Certo, più il Napoli si mostrava efficace nella sua pressione alta, e più la Juve rinunciava a costruire dal basso.

Più la Juve rinunciava a costruire dal basso, più in fretta recuperava palla il Napoli.

napoli pressione lanci lunghi.png

Uno delle cose che mi piace di più, quando lavoro a lettere come questa, è entrare nel dettaglio delle specifiche fasi della partita. I dati spesso rivelano aspetti che finirebbero persi nel marasma delle statistiche aggregate.

Ti faccio un esempio: la Juve è la squadra che più di tutte usa il pallone per difendersi.

Ecco, per larghi tratti del secondo tempo, il Napoli le ha tolto anche quello.

Per la prima volta in stagione, nei primi 30’ della ripresa, la Juve non è riuscita a mettere 10 passaggi in fila.

sequenze lunghe juve 30 secondo tempo.png

Il Napoli sa difendersi basso quando serve, certo. Sa mettere 11 uomini dietro la linea della palla per proteggere un vantaggio. Ma sa anche fare altro - come pressare alto, uomo su uomo, togliendo tempo e soluzioni ai costruttori avversari.

Solo che non l’aveva mai fatto così. Non in maniera continuata. Non con questa intensità e contro avversari come questi.

È difficile che una singola partita possa cambiare la percezione di una squadra, ma quella di sabato, per il Napoli, potrebbe anche riuscirci.

Perché il Como merita attenzione nonostante la sconfitta

Sta diventando un pattern ricorrente o pare solo a me questa cosa dei primi tempi brutti dell’Atalanta?

Ho indagato.

xG atalanta primi tempi.png

Ok, forse c’è qualcosa.

Nelle ultime 5 partite di campionato, l’Atalanta ha viaggiato a una media di 0.3 xG prodotti nei primi 45 minuti di partita.

Praticamente un terzo rispetto alle medie che registrava tra ottobre e dicembre.

5 partite non sono tante, nel contesto di un campionato, è vero. Ma quel pallino in basso a destra non sembra uscire dal nulla, anzi. Il trend sembra essere iniziato a dicembre. Cagliari, Empoli, poi Udine, Roma, Como.

Fabregas ci aveva già dimostrato di saper far danzare i suoi per creare problemi ai riferimenti dell’Atalanta e ci è riuscito anche nella partita di ritorno.

Dai un’occhiata alle combinazioni più comuni del Como nella partita di sabato.

Image

Le linee spesse a connettere Da Cunha, Perrone, Nico Paz e Strefezza ti sottolineano la centralità dei 4 nella risalita del Como. Ma noti qualcos’altro di strano?

Dietro alle così basse posizioni medie di Strefezza e Nico Paz ci sono tutte quelle rotazioni con cui Fabregas voleva mandare a vuoto i tracciamenti di Gasperini.

Occupavano spazi diversi portando in giro i centrali dell’Atalanta. Si staccavano verso il basso combinando a 70 metri dalla porta avversaria.

Si nota anche nell’azione che porta al gol del vantaggio.

Nico Paz è quello che la conclude, ma dai suoi piedi passa anche la prima uscita dal terzo difensivo.

Lui e Strefezza sono lì ad occupare i corridoi interni a ridosso della propria area. Butez va dall’argentino perché gli viene più facile, ma anche perché Nico Paz è capace di uscire palla al piede così:

Scalvini si danna l’anima perché ora sto Paz ha deciso di sprintare verso la metà campo avversaria. Il Como passa da Strefezza e Perrone per tornare di nuovo da lui, ma l’Atalanta chiude la linea di passaggio.

Scalvini è salvo.

Per un paio di secondi.

Nico Paz non si è mosso da almeno ventisette decimi e allora eccolo cambiare ancora direzione con un movimento incontro.

La traccia di Dossena non è banale, ma Fabregas deve avergli fatto una testa così sul coraggio e sul tentare la giocata, e allora ecco che il lavoro di Nico Paz viene premiato.

Sono passati 20 secondi e il Como è finalmente arrivato da Fadera.

Sto spendendo qualche minuto a descriverti questo gol perché mostra tutto quello che ci piace del Como, anche quando perde palla.

Zappacosta e Djimsiti fanno il loro per limitare Fadera, ma se Da Cunha continua a prendersi complimenti da Fabregas è anche per riaggressioni come quella che porta al gol del vantaggio.

Il Como ha sette uomini negli ultimi 35 metri, ma lui sa che le opzioni, per Zappacosta, non sono molte. Gli toglie la possibilità di verticalizzare affiancandolo e poi sfrutta il lavoro di Fadera per strappargli il pallone dai piedi.

Nico Paz ha le mani sulle ginocchia, ma per guadagnare spazio, in questo caso, non gli serve muoversi. Basta che la difesa dell’Atalanta si faccia attrarre dalla gravità della propria porta per lasciargli quei metri sufficienti a trovare il gol dell’uno a zero.

da cunha riagg 3.png

Gasperini l’ha vinta ribaltando la struttura dei suoi. Passando a 4 dietro per liberare Brescianini a sinistra. Per far sentire la frequenza delle sue galoppate sulle gambe stanche di Engelhardt.

Gasperini l’ha vinta sfruttando i limiti del Como quando c’è da difendere dentro la propria trequarti. Quando una linea composta da Engelhardt, Dossena, Kempf e Fellipe Jack sembra troppo poco per tenere testa a quell’animale d’area di Retegui.

Si parla sempre tanto dei vincitori, ma ogni tanto vale la pena spendersi anche per chi esce vinto. E questo Como, con la sua organizzazione e il suo coraggio, merita più di una menzione di passaggio.

Briciole

(la sezione in cui infilo grafici interessanti sulle altre partite del weekend)

L’Inter non era mai entrata in area con questa facilità

Se a Praga aveva passato una sessantina di minuti a muovere palla per cercare di creare qualcosa di pericoloso, al rientro in Italia le cose sono andate diversamente.

Il picco verso l’alto nel grafico qui sotto ti dice che l’Inter non aveva mai avuto così pochi problemi a muovere palla dal terzo offensivo all’area di rigore come a Lecce.

Inter facilita ing area v Lecce.png

Il Parma crea tanto in contropiede, specialmente quando affronta il Milan

Anche con Djuric centravanti, il Parma sa rendersi pericoloso partendo da lontano. Costruendo dal basso con Suzuki — come per il primo gol — o ribaltando il campo in velocità con quei contropiedi che sa sfruttare bene, quando affronta il Milan.

In questo campionato, non sono molte le squadre che hanno prodotto almeno 4 tiri in contropiede in una singola partita.

Il Parma ci è riuscito 3 volte, due di queste contro il Milan.

parma counter.png

Alla Fiorentina non è servito passare dal centro per battere la Lazio

Il rettangolo di campo a ridosso dell’area di rigore è solitamente uno dei più battuti dalla Fiorentina, per risalire il campo. È quello che riempie spesso Kean, o che costringe Beltrán ad usare astuzia e gioco di gambe per pulire un pallone sporco che gli arriva dalle corsie laterali.

All’Olimpico, invece, niente di tutto questo. La Fiorentina l’ha vinta sfruttando le corsie laterali. Recuperando palla sulle corsie laterali. Risalendo il campo lungo le corsie laterali. Creando quelle combinazioni che le hanno poi permesso di evidenziare le difficoltà della Lazio nel difendere i cross.

Il 78% del possesso della Viola nella metà avversaria si è concentrato proprio lungo le due fasce. La percentuale più alta in stagione.

fiorentina v lazio.png