Cosa è Successo Nel Weekend Ep.7

Non farti ingannare dalla laguna
Non so cosa voglia dire dormire a Venezia in inverno. L'ho vissuta per un anno, quando studiavo, ma partendo sempre da Mestre. Non so cosa voglia dire infilarsi sotto le coperte sapendo che il tuo letto è a tre o quattro metri dall'acqua gelida. Che 500 euro al mese per una camera vecchia e umida non basteranno a proteggerti da quel freddo che ti entrerà nelle ossa mentre dormi.
Eppure la mia breve esperienza di pendolare mi è bastata a capire che la laguna sa ingannarti, in inverno. Ti presenta giornate in cui vedi solo cielo, mare e Alpi. Ti tenta fuori di casa con quel sole che ti influenza così tanto da portarti a seguire un percorso diverso, quando esci, pur di non perderne il contatto.
Era una di quelle giornate, sabato, in laguna: sole, partita al Penzo, il Venezia in crescita e uno scontro abbordabile contro l'Empoli.
Ma anche il Venezia, come la laguna, sa ingannarti, in questo periodo dell'anno.
Quando Pohjanpalo la mette dentro di pura generosità con una di quelle corse che le punte fanno spesso, nei primi minuti di partita, quelli del Venezia devono aver pensato che finalmente le cose stavano cambiando. Che i mesi in cui bastava niente per mandare all'aria una partita erano finiti.
Passare in vantaggio così presto, in uno scontro salvezza, ti può ingannare. Può alterare il tuo piano partita. Può portarti ad avere meno "coraggio e personalità", come dice Di Francesco.
Può far sembrare l'Empoli una squadra capace di chiuderti dentro la tua trequarti per un'ora abbondante in questo modo:

Dominio non è la prima parola che ti viene in mente, quando pensi all'Empoli di D'Aversa, ma il talento offensivo abbonda e la linea difensiva del Venezia non sembra avere gli strumenti per sapere cosa fare, quando Colombo ti muove il pallone sotto il naso come un adulto con un bambino. O quando Tino Anjorin si fa venti metri palla al piede senza che i tuoi centrocampisti riescano a sporcarne le intenzioni.
L'inizio di partita del Venezia ha ingannato tutti. Quella contro l'Empoli è stata la più brutta prestazione casalinga dell'anno, se consideriamo il peso dell'avversario.
1.98 xG sono tanti, per la seconda peggiore squadra dei 5 principali campionati europei per xG prodotti a partita, ma se l'Empoli è riuscito a segnare un solo gol, a Venezia, il merito va a quel portierino da centosettantotto centimetri che sta compensando i traumi accumulati a inizio stagione con Joronen.
Il Venezia ha prodotto meno dell'avversario contro l'Empoli ma anche contro Cagliari e Napoli.
E se è uscito da queste 3 partite con 4 punti, è anche per i quattro gol salvati da Filip Stankovic.

Come il Napoli ha vinto passando da Lukaku, nonostante Lukaku
Per essere una squadra di Conte, il Napoli non passa così spesso da Lukaku, non trovi?
Avevo cercato di trovare risposta nei numeri, una settimana fa, e il risultato era stato questo:

Non mi aspettavo una centralità come quella vista all'Inter, certo, ma nemmeno un coinvolgimento inferiore ai livelli mostrati alla Roma.
Il Napoli passa meno da Lukaku e quando lo fa rischia di fare partite peggiori. Un centravanti poco mobile e a disagio nei duelli individuali non è l'ideale quando giochi contro difese a 3 aggressive.
A Firenze, senza Kvara e Politano, il Napoli rischiava di dover passare più spesso da Lukaku. Così è stato: Romelu è stato al centro di 3 delle 4 combinazioni progressive più utilizzate dal Napoli al Franchi. Era da Cagliari che non riceveva così tanti passaggi progressivi.

Se di Fiorentina - Napoli hai visto solo gli highlights, una grafichetta come questa rischia di rinforzare il pensiero che Lukaku si sia finalmente ripreso quella centralità che in un Napoli pieno di combinazioni già belle mature è ormai scomparsa.
Ma Lukaku ha passato gran parte della partita a cercare di capire come poter usare i suoi 100 chili – meno? di più? – per tenere dietro quel polpo di Comuzzo.
Se lo vedeva spuntare davanti – o lui, o le sue gambe o anche solo un piede – e in qualsiasi situazione. Quando Lukaku pensava di averlo anticipato o quando doveva ancora andare a contestargli un duello. Quando la palla arrivava da destra o da sinistra.
Non voglio essere cattivo, ma i numeri dei duelli vinti da Lukaku sono imbarazzanti: due su quattro quando c'era da contestare una palla alta e zero su otto nei duelli a terra.
Ti ho fatto cambiare idea?
Forse anche troppo. Perché al Franchi Lukaku è comunque riuscito a rendersi utile. Ha fatto quelle quattro o cinque cose giuste che hanno contribuito a indirizzare la partita. Ha fatto felice Antonio Conte mettendo in pratica quell'interazione che immaginavo già quest'estate, quando in una delle lettere estive di mercato, riflettevo sulle combinazioni che avremmo potuto vedere spesso, in questa stagione:
"Neres che punta la porta in diagonale e Romelu piantato davanti i centrali per chiudere il triangolo è una scena che Conte deve avere in testa da ormai qualche settimana."
Sul quadernetto degli appunti, nella pagina dedicata a Fiorentina - Napoli, mi ero segnato che David Neres fosse così utile a Conte per la sua autosufficienza. Per come riesce a risolvere le partite senza doversi incastrare con chi ha dietro o attorno. Senza pensare di dover compensare corse o riempire spazi.
Pensavo che con Neres a destra il Napoli avrebbe potuto anche perdere qualcosa, però, senza quella simbiosi tra Di Lorenzo e Politano che non posso fare a meno di sottolineare ogni settimana in questa newsletter.
E invece Neres e Di Lorenzo hanno dimostrato di poter sviluppare una connessione piuttosto redditizia.

Le assenze avrebbero potuto farsi sentire. La centralità di Lukaku avrebbe potuto farsi sentire. Ma il Napoli continua a trovare soluzioni nuove per vincere anche partite come quelle di Firenze. Esasperando i limiti degli avversari e sfruttando risorse che non sembrano esaurirsi.
Verticalità e costruzione dal basso possono farti vincere un derby
Si può giocare la partita più verticale della stagione e vincerla costruendo dal basso?
Si può, sì.
Ora ti mostro come.

Ti hanno raccontato che la costruzione dal basso è quella che ti porta a palleggiare a 2 metri dalla tua porta con gli avversari addosso come coccodrilli a Fort Lauderdale. Eppure costruire dal basso non vuol dire combinare nello stretto palla a terra fino alla porta avversaria. Piuttosto utilizzare movimenti di corpi e palla per creare spazi in qualche altra parte del campo che pensi poi di sfruttare. Anche con un lancio lungo, sì.
Non pensi alla costruzione dal basso, quando rivedi i gol della Roma, proprio perché arrivano dopo un lancio lungo.
Ma dopo questo weekend di Serie A, chiamare tutti i passaggi sopra i 22 metri lanci lunghi mi risulta difficile. Per Opta sono lanci lunghi le pallate senza speranza con cui Bani e Altare hanno pulito l'area di Genoa e Venezia, e quelle delicate che Ndicka e Svilar hanno fatto arrivare a Dovbyk. Non mi pare giusto.
Forse non pensavi di iniziare il tuo 2025 con la Roma di Ranieri che vince il derby con la costruzione dal basso, ma così è stato.
La Lazio ha l’ambizione di venirti a prendere in alto. Si concede il rischio di difendere 1 contro 1 nella propria metà campo. Ma se tempi e letture vengono a mancare e gli avversari fanno tante cose giuste tutte in fila, rischia di concedere occasioni come quelle che hanno aperto e chiuso il derby.
C’è qualcosa di diverso, nei due gol della Roma, ma anche molti elementi in comune.
Quali?
I lanci lunghi* di Ndicka e Svilar sono soluzioni pulite che arrivano dopo aver mosso corpi o palla in maniera funzionale. Le tracce per Dovbyk non sono giocate della disperazione che portano un duello da 50 e 50 ma arrivano soltanto dopo aver fatto le cose che servono per costruire dal basso con efficacia.
Facci caso, la Roma si distribuisce lungo tutti e 5 i corridoi dentro la propria metà campo per tirare fuori la Lazio ma fa condensa attorno a Dovbyk con i suoi due uomini di maggiore qualità.

Abbassa Paredes (e Koné, nel secondo gol) per lasciare più spazio ai tre davanti. Fissa l’ampiezza sul lato opposto con Saelemaekers perché sa già che risalendo velocemente il campo, lo spazio sarà proprio lì. E che facendo combinare Dybala e Pellegrini nello stretto, è probabile che possano far arrivare il pallone in quella zona prima che la Lazio possa riorganizzarsi.

Raggiungerli con soluzioni palla a terra non è facile ma la Roma sa anche che non deve farlo direttamente. Che Romagnoli non ha tricipiti e quadricipiti più spessi di quelli di Dovbyk e che allora possono passare da lui, per innescare Pellegrini e Dybala.

Le intenzioni di Ranieri sono state piuttosto chiare, una volta trovato il secondo gol.
La Roma del derby è stata la più verticale della stagione ma anche la più bassa. Quella che ha guadagnato meno metri verso la porta avversaria ma anche quella più efficace nel tradurre possessi avanzati in ingressi in area di rigore.

Fare l'allenatore vuol dire anche pensare a una strategia che possa sfruttare le caratteristiche dei tuoi giocatori per evidenziare i limiti degli avversari. Ecco, in questo derby, Ranieri ci è riuscito meglio di Baroni.
Member discussion